Ho capito: spostarmi in continuazione mi piace. Evidentemente in me alberga uno spirito nomade che ormai ha fatto amicizia con autostrade, ferrovie e aeroporti e che a percorrerli in lungo e in largo si trova perfettamente a suo agio.
Per scrivere l’articolo promesso alla Paola Manfredi del canale di viaggi ho contato i chilometri percorsi in vacanza, quindi del tutto volontariamente, 2136 in appena 11 giorni.
Sono tanti e ti impongono un ritmo serrato: una, massimo due notti in un posto e poi via, di nuovo in macchina.
Credo che il motore di tutto sia una sorta di smania: voglio vedere e fare tutto, rinunciare al meno possibile.
Ed é un po’ anche quello che succede nella mia vita di tutti i giorni, se spesso provo l’immenso desiderio di fermarmi in una città che sia quella, un attimo dopo sono lì a preparare il trolley per tornare “a casa” o a studiare le mete possibili per il prossimo viaggio o weekend. Mi piace poter contare su due città, avere abitudini legate a ciascuna di esse e posti preferiti raddoppiati.
«Mi chiedo solo: da questa smania nomade si guarisce? »
O si resta per sempre con la fregola di fare, vedere, scoprire e non perdersi niente?